Tra i tanti balli che compongono l’universo della musica swing, jazz e blues, il Boogie Woogie è uno dei nostri preferiti: e non potrebbe essere altrimenti, considerato che si tratta di una combinazione irresistibile di numerose influenze stilistiche.Il suo ritmo travolgente, scandito dal suono dominante del pianoforte, è fatto apposta per scatenarsi in un ballo che – tra l’altro – non è neanche particolarmente difficile se praticato nella sua forma base; inoltre è davvero divertente! In questo articolo cercheremo di raccontarvi la storia di questa corrente musicale, partendo dalle sue origini fino ad arrivare ai passi principali. Se volete sapere tutto Boogie Woogie, continuate a leggere!
Potrebbe interessarti anche:
Cos’è il Lindy Hop: storia e origini del ballo swing per eccellenza
Come nasce il Boogie Woogie: gli anni ‘20 e le radici del genere musicale
Ciò oggi conosciamo con il nome di Boogie Woogie nasce intorno alla fine del XIX secolo negli Stati Uniti del sud, per la precisione nei territori situati fra il Texas e la Louisiana; in queste zone, la comunità nera – per la gran parte composta da individui poveri che si dedicavano ad umili lavori – utilizzava proprio questa musica per trovare rifugio dalle difficoltà della vita quotidiana, scatenandosi sulle note del pianoforte all’interno dei caseggiati (spesso delle vere e proprie baracche) in cui erano costretti a vivere loro malgrado.
Coloro che la suonavano, in genere, erano artisti nomadi che viaggiavano in treno, sostando di paese in paese per portare la loro musica; ed è proprio dal treno che deriva il nome di questo stile: spesso, infatti, questi musicisti suonavano all’interno delle carrozze, e veniva loro spontaneo seguire il ritmo delle assi assi che battevano sui binari mentre il mezzo era in corsa.
I carrelli ferroviari portavano il nome di “bogies”, motivo per cui questo particolare ritmo ha iniziato a farsi conoscere con il nome di “bogie-woogie”: il primo pezzo di cui si ha testimonianza, infatti, è datato 1927 e porta proprio per le ragioni appena descritte il titolo di “Honky Tonk Train Blues”; a dire il vero esistono diverse altre versioni sulla nascita del nome di questo genere (ad esempio, “boogie” significa osceno mentre “woogie” indica un ballo tipico della popolazione nera dell’Alabama), ma a noi piace pensare che l’origine derivi proprio dal rumore dei treni!
Il successo del Boogie Woogie negli anni ‘30 e i primi concerti ufficiali
Per quanto possa essere affascinante la leggenda del rumore di un treno che corre sui binari, il Boogie Woogie è in buona sostanza una forma di jazz caratterizzata da un accompagnamento di basso ostinato con battuta suddivisa in otto note. Sul finire del decennio successivo alla nascita sua nascita, e quindi nella seconda metà degli anni ‘30, questo genere musicale iniziò finalmente a guadagnarsi il meritato spazio anche nel grande pubblico; non era più quindi solo un passatempo per le comunità nere, ma un vero fenomeno con il quale anche i bianchi iniziarono a prendere confidenza.
Basti pensare al celebre concerto del 1938 alla Carnegie Hall di New York, che vide tra i suoi protagonisti Benny Goodman (nel miglior momento della sua carriera, come vi abbiamo già raccontato nell’articolo che abbiamo dedicato alla sua vita), Teddy Wilson, Gene Krupa e un manipolo di ulteriori musicisti che hanno fatto la storia del jazz: in quel breve periodo storico, il Boogie Woogie era diventato un genere molto commerciale ed erano innumerevoli le cosiddette “big band” che lo includevano nelle loro scalette.
Negli anni ‘50, questa musica era diventata molto popolare tra i giovani ed era entrata prepotentemente nelle vite di tutti: si pensi che nel corso della Seconda Guerra Mondiale molti dischi Boogie Woogie venivano inviati direttamente alle truppe che combattevano in Europa allo scopo di tenere sempre il loro umore al massimo! E non è un caso se dopo il grande conflitto, grazie all’influenza di questo periodo storico, i musicisti americani trasformarono l’allegria e la spensieratezza del Boogie in quello che pian piano iniziò a prendere la forma e i suoni del Rock’n’Roll: per l’ennesima volta, quindi, la storia della musica ci dimostra come tutto sia incredibilmente connesso.
Come si balla il Boogie Woogie: una veloce guida in pochi passi
La natura del Boogie Woogie come ballo di intrattenimento popolare delle fasce più povere di una popolazione segregata lo ha reso, per molto tempo, una danza del tutto improvvisata e priva di particolari e specifiche codificazioni. Gli studiosi hanno determinato che il Boogie Woogie infatti non ha creato delle figure, bensì ha compreso al suo interno molti passi ed evoluzioni derivanti da altri balli, soprattutto il Jitterbug; ciò si nota in particolare dal riavvicinamento – con relativo “arrotolamento” – alla propria dama, dai break-away e da tante altre figure coreografiche.
Anche la posizione della coppia in sé non vedeva regole precise, in quanto l’interpretazione totalmente libera di questo ballo poteva prevedere una posizione sempre diversa dei due ballerini, sia essa aperta che chiusa, quando addirittura non di spalle. Ad ogni modo, i due protagonisti – è bene specificare che il Boogie Woogie è un ballo rigorosamente di coppia! – si scatenano a suon di saltelli, battendo il ritmo sul pavimento, ed al cavaliere spetta l’onore di guidare i movimenti: come avrete capito, si tratta sostanzialmente di un ballo semplice, molto più del Lindy Hop, che tutti possono facilmente imparare in poche lezioni ( noi per esempio facciamo corsi di Boogie Woogie a Fermo, Macerata e Ascoli Piceno) .
Ma ai livelli più alti è davvero incredibile vedere che cosa si riesca a ottenere dal Boogie Woogie: proprio per questo vi invitiamo ad osservare i filmati nei quali i ballerini più esperti si esibiscono in numeri davvero d’alta scuola.
I nostri corsi di ballo Swing a Fermo, Ascoli Piceno e Macerata riapriranno presto, pronti per ricominciare a costruire e a sviluppare una comunità di persone che hanno lo scopo di essere felici.
Buon divertimento!
Se vi è piaciuto questo articolo sul mondo dello Swing, vi rimandiamo per approfondire il discorso al link :