Ripensando alla storia americana, intorno agli anni 20, ci immaginiamo il proibizionismo, le lotte tra bande di gangster, la ripresa economica e crisi da dopoguerra. Tuttavia è in questi anni di “necessità” che si mostra la voglia di vivere e di riprendersi.
Tra le rivoluzioni “caratterizzanti” ci fu una nuova immagine della donna, correnti artistiche innovative e gioiose. Non mancano i cambiamenti nella moda e poi l’avvento del fenomeno jazz da cui nacquero nuovi modi di balle. I più famosi furono il fox-trop, la tap dance e soprattutto il charleston.
Dite la verità avete provato anche voi a ballare il charleston, magari per divertirvi oppure insieme agli amici o guardando qualche film d’epoca. La magia di questo ballo è quello di coinvolgere tutti, chi guarda e chi danza, in un ritmo che frenetico e un pò “matto”.
Anni 20: proibizionismo e creatività
Viaggiamo nel tempo è torniamo agli anni 20, alla scoperta di questo ballo e del perché esplose a livello planetario come “fenomeno” del momento, in una fama che ancora oggi risuona in un eco irresistibile.
Negli Stati Uniti, negli anni ruggenti, la ripresa economica dalla fine della prima guerra mondiale fu molto difficile. La gente era povera e c’erano leggi assurde, per certi versi, che miravano a limitare il potere dei traffici illeciti, ma non sempre comprese dal “popolino”.
Il proibizionismo è uno dei capitoli “neri” della storia del ‘900. La popolazione aveva pochi svaghi e tra questi c’erano il ballo e la musica. Due settori che crebbero come unico intrattenimento e che dava luogo a delle scene di “pura follia” collettiva.
Nell’atmosfera dell’epoca il charleston la faceva da protagonista indiscusso in feste e nei locali, indossando poi il classico “flapper dress”. Ballo da fare in piazza e perfino nelle case private. I giovani, ma anche gli adulti, si scatenavano in passi di danza che non erano concessi negli anni precedenti perché considerati immorali. Non c’era timore di sembrare ridicoli perché si usava l’autoironia e l’unica regola da rispettare era: divertirsi.
Desiderio di libertà, ecco le origini del charleston
Si può sapere da dove nasce il charleston? Il nome di questo ballo nasce dalla città: Charleston, grande metropoli del south Carolina. Negli anni 20, ma ancora oggi, gran parte della popolazione era impegnata nel lavoro portuale con lo scarico e carico merci. Infatti era un punto di scalo commerciale tra i più famosi e importanti degli Stati Uniti.
La manovalanza dunque era fondamentale, ma estremamente povera. Per svagarsi, come già accennato, si ballava, anche nei porti, tra una pausa e l’altra. Il charleston nasce infatti dai movimenti degli scaricatori di porto e dai trasportatori afroamericani. Le gambe molli, che tremavano sotto il peso delle casse da scaricare. Il movimento delle braccia, che indicavano il passaggio delle merci da un soggetto all’altro. I saltelli per riscaldarsi durante l’inverno. Tutto questo compone il charleston.
Un ballo che “ironizzava” alcuni comportamenti e mosse di un lavoro che era molto faticoso. Una sorta di umorismo o sarcasmo che affonda le sue radici nella popolazione afroamericana. Furono questi lavoratori ad essere i primi a “prendersi in giro” creando poi una icona del ballo jazz degli anni 20. Il charleston prima di arrivare nei locali, come moda del momento, era un ballo usato tra i giovanissimi nei quartieri più poveri.
Nel 1923 il pianista jazz James P. Johnson, compositore quasi sconosciuto che divenne poi famosissimo, ancora oggi considerato inimitabile, dedicò una canzone alla città di charleston con degli spettacoli dove si ballava il charleston per l’appunto. Questa canzone è quella che ancora oggi si usa per ballare questa danza. Da quel momento in poi ci fu l’ascesa del fenomeno del “ballo matto”.
Anni ruggenti: cos’è rimasto?
Negli anni 20 sono state create piccole rivoluzioni della società che hanno contribuito ad avere delle nuove arti che chiamiamo: musica, moda, arte e ballo. Negli anni ruggenti si è piantato il “seme” del cambiamento da cui sono nate ulteriori evoluzioni umane e culturali.
Domandandoci, con un po’ di nostalgia, cosa sia rimasto di quest’epoca elenchiamo il jazz e il blues, nascono e vivono appieno quest’era. La nuova figura femminile, con un forte carattere. Il taglio di capelli a caschetto nelle donne.
Inoltre chi ha il coraggio di dire che ci siamo dimenticati del charleston? La nuova arte danzante che ispirerà, negli anni del 1930, 1940, 1950, il boogie woogie, il rock’n’roll e i balli acrobatici. Ancora oggi affascina e tutti, chi più e chi meno, magari nascosti dalle pareti della propria casa, senza nessuno che ci veda, lo ha almeno provato una volta nella vita.
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